Considerazioni… solo con un linguaggio diverso
Con gli esercizi psicomotori del Training Autogeno Respiratorio e di Sensibilizzazione sensoriale per la Psicoprofilassi (T.A.R.S.P.), svolti in gruppi aperti con incontri settimanali della durata di un’ora e un allenamento giornaliero da praticare per un idoneo lasso tempo, i partecipanti al Corso si esercitano per modificare e integrare, in modo diverso e più favorevole alle personali esigenze, le quattro “forze” che operano “in” e “su” di loro: tre, di natura interna, sono psichiche l’Es, l’Io e il Super-io; la quarta, esterna, è l’insieme delle forze del mondo esternoche agiscono, anch’esse, in modo specifico e con intensità diversa per ogni singola persona.
Quindi, stanti le personali condizioni del “qui e ora” relative ad ogni partecipante al Corso, gli esercizi psicomotori del T.A.R.S.P. aiuteranno, ognuno, a cercare e a mettere in atto, attraverso il percepire, appercepire, valutare, elaborare, modificare e consolidare con l’allenamento non solo durante gli incontri avuti ma anche e soprattutto proseguito nelle vita quotidiana, una nuova combinazione delle quattro componenti ritenuta da lui più valida che lo porteranno verso il realizzarsi del nuovo equilibrio desiderato.
Questa nuova e complessa esperienza necessita, però, dell’accettazione del nostro passato che con i suoi affetti, dolori, gioie, paure, cose fatte giuste o sbagliate, slanci, rimorsi etc… dovremo con fatica, sofferenza ma anche soddisfazione, riuscire ad accettare e integrare in noi prendendo atto e convincimento che non può più essere cambiato e, sulle basi di ciò che siamo e di ciò che stiamo imparando di come vorremmo diventare, iniziare il “lavoro” per modificare l’integrazione, sia in intensità che modalità di relazione, tra tutte le esperienze passate.
Le persone, con l’allenamento svolto sia in relazione a se stesse che con i continui e complessi scambi “psico-somato-relazionali” con le altre, “lavorano” per far sì che il loro Io acquisisca un diverso e migliore equilibrio determinato sia dal positivo sviluppo e consolidamento della sua struttura egosintonica che della sua nuova e maggiore flessibilità valutativa, mentre il loro Super-io, modificando per quel che è possibile la propria struttura nell’intensità delle sue componenti, diventi meno “rigido”.
Quando l’Io e il Super-io opereranno con maggiore sinergia, data la loro accresciuta propensione convergente verso una più positiva valutazione di noi stessi e degli altri, diminuiranno le tensioni dovute alle loro precedenti discrasie derivandone le benefiche conseguenze dovute a un’interazione meno contrastata.
Inoltre, lo sviluppare da parte dell’Io le positive caratteristiche sopra indicate, determinerà il verificarsi di un profondo cambiamento anche in relazione ad altre due complesse interazioni che rivestono la massima importanza per l’equilibrio psicofisico della persona:
la prima, è una migliore realizzazione delle personali rappresentazioni concettuali degli impulsi istintivi dell’Es che, meno ostacolati da un Io più flessibile, potranno essere meglio integrati e soddisfatti sia nel vissuto intra e interpersonale che nel loro soddisfacimento rispetto alle esigenze del mondo;
la seconda, è una relazione meno contrastata tra i processi e le azioni regolate dall’Io e le esigenze esterne poiché, questa sua nuova condizione, permetterà un migliore soddisfacimento di queste richieste con le nuove risposte che la persona riuscirà a dare.
Si può quindi affermare che l’Io, nel modificare se stesso, “lavora” per il suo nuovo compito finalizzato a creare una migliore armonia tra tutte le forze, sia psichiche che esterne, che agiscono “in” e “su” di noi.
E’ bene evidenziare che ho usato le quattro locuzioni Es, Io, Super-io e “forze del mondo esterno” nella loro accezione più ampia e, soprattutto per quelle psichiche i cui significati sono spesso “valutati e accettati” in modo difforme ancorché contrastante, da intendersi riferite agli individuali e personali convincimenti di ogni persona, studiosa o no del “campo” che sia.
Mi è difficile dire a priori dove, individualmente, può condurre il “lavoro” con il T.A.R.S.P. ma ho potuto constatare che in molti casi ha aiutato le persone a sorridere un po’ di più, dormire con maggiore tranquillità, accettare meglio il rapporto con se stessi e gli altri, gioire per le piccole cose, accettare il trascorrere e passare del tempo, acquisire il convincimento della possibile caducità e variabilità delle cose e dei fatti della vita, cominciare a percepire che la vita è una sola e che merita di essere vissuta… da Uomini.